Dinanzi ai peccati e alla corruzione, Gesù rappresenta la sola “pienezza della legge”. Nella messa mattutina a Casa Santa Marta, Papa Francesco ha invitato a riflettere sul Vangelo di Giovanni che propone il momento in cui Cristo, a proposito della donna colta in adulterio, dice a chi l’accusa: “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”.
Soffermandosi anche sulla Lettura dedicata a Susanna, tratta dal libro del profeta Daniele, il Papa ha colto l’occasione per riportare in auge un tema più attuale che mai: la corruzione.
“Ci sono sempre stati nel mondo dei giudici corrotti – ha detto Francesco – tanto che anche oggi in tutte le parti del mondo ce ne sono. Ma perché viene la corruzione in una persona? Perché una cosa è il peccato: ‘Io ho peccato, scivolo, sono infedele a Dio, ma poi cerco di sistemarmi con il Signore o almeno so che quello che ho fatto non è stato giusto. Ma la corruzione è quando il peccato entra, entra, entra, entra nella tua coscienza e non ti lascia posto neanche più per l’aria”.
La corruzione, quindi, è un peccato estremamente grave. Un peccato che penetra nell’animo umano e che è difficile da sradicare. I corrotti, ha sottolineato il Papa, credono “con impunità” di far bene. E la corruzione non è soltanto quella che intendiamo noi con questo termine, ma è anche quella di chi sentenzia e interpreta leggi in modo tanto rigido “da non lasciare spazio allo Spirito Santo”. Perché la giustizia deve tenere conto dell’elemento misericordioso.
Questa, ha detto Francesco, “è una corruzione di legalità, di legalismo, contro la grazia”. E poi c’è Gesù, vero Maestro della Legge dinanzi ai giudici falsi, che ieri come oggi davano sentenze ingiuste “opprimendo gli innocenti e assolvendo i malvagi”.
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