“Vi comunico la mia rinuncia, non sarò più vescovo di questa diocesi. Torno a fare il missionario. Andrò in Honduras“. Di fronte ai suoi sacerdoti stupiti riuniti in episcopio, il vescovo di Melfi-Rapolla-Venosa, Gianfranco Todisco, 4 anni prima rispetto alla scadenza naturale stabilita dal diritto canonico (e cioè al compimento del 75esimo anno), rende noto che non sarà più il loro pastore. Troppo forte il “desiderio”, accolto dal Papa, “di riabbracciare la missione”. Compito che aveva svolto in Nord e Sud America, principalmente tra Canada e Colombia, prima di diventare parroco in Calabria, a Montalto Uffugo, e, una volta ordinato vescovo, di guidare, per ben 14 anni, la diocesi lucana.
La scelta inattesa
“Anche se mi sono sforzato di vivere il ministero episcopale con spirito missionario – dice Todisco -, dopo l’esperienza di 21 anni prima in America, il desiderio di tornare in missione diventava ogni giorno sempre più impellente”. Tanto da condividerlo con tutti i sacerdoti, invitati continuamente a “spendere alcuni anni del loro ministero dove il clero scarseggia”: in Svizzera o in America Latina, poco importa. Ciò che davvero conta è “annunciare il Vangelo specialmente ai lontani”. L’esperienza di oltre 10 anni nella commissione episcopale per l’Evangelizzazione e la cooperazione tra le Chiese, offre al presule “la possibilità di incontrare tanti missionari e missionarie italiani in diverse parti del mondo” e a constatarne la progressiva riduzione di numero. “Rientravo a Melfi ricaricato dalla loro testimonianza”; allo stesso tempo, “aumentava la mia inquietudine di tornare in missione, anche da semplice presbitero”.
La lettera al Papa
A novembre scorso Todisco rivela la sua volontà al Papa scrivendogli una lettera: “Santo Padre, sono disposto ad andare ovunque Ella riterrà opportuno inviarmi, anche nelle sedi più lontane e disagiate, nelle ‘periferie’ della Chiesa che continuamente Ella ci ricorda di non trascurare”. Francesco risponde con un breve biglietto: “Caro fratello, oggi ho letto la tua lettera. Grazie tante. Mi ha fatto bene. Ci penserò, pregherò e cercherò una risposta ‘concreta'”. Passano pochi giorni e il 13 dicembre, racconta Todisco, “il Papa mi telefona e mi chiede se ero ancora disposto a partire. La mia risposta fu sì. Vi lascio immaginare l’emozione ma anche la gioia di tornare in missione”. Il “vero e unico motivo della mia richiesta al Papa – spiega ora emozionato – è stato sempre lo stesso: dedicare alla missione tutte le mie energie che, nonostante l’età, sono ancora buone e possono ancora fare tanto bene”. Todisco resterà amministratore apostolico di Melfi fino a giugno, in attesa della nomina del nuovo vescovo.”Grazie”, dice commosso al suo clero e ai volontari della diocesi. In tasca ha un biglietto aereo Roma-Tegucigalpa per giugno. Stavolta è un tagliando di solo andata.
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