L’Intelligenza Artificiale chiede etica

Le nuove tecnologie introducono nuovi paradigmi che devono essere condivisi, affrontati e discussi insieme da tutti i protagonisti coinvolti: imprese, istituzioni, scuole e università
Oggi il dibattito sul tema dell’Intelligenza Artificiale è molto acceso e vede opinioni contrastanti. Ma come indicano gli analisti di mercato, l’affermazione e la diffusione di queste nuove tecnologie è inarrestabile e già nel 2017 si vedrà il loro impiego in tutti i principali settori di industria. Questa nuova generazione di tecnologie e i sistemi cognitivi che la alimentano hanno la capacità di raccogliere, analizzare e interpretare a ritmi prima impensabili dati eterogenei – anche quelli non strutturati come video e immagini – e sulla base di questi sono in grado di formulare ipotesi emulando il ragionamento umano.
Non solo. Dalle esperienze e dall’interazione con gli individui continuano a imparare. È ovvio che queste tecnologie avranno profonde implicazioni su ogni aspetto della vita e del lavoro di ciascuno di noi. Le loro potenzialità sono infatti molteplici perché possono affiancare l’uomo in ogni attività, contribuendo ad aumentare le sue capacità. Basta pensare al mondo della Sanità e della Ricerca. Con un ritmo di 800 pubblicazioni al giorno, che si stima raddoppino più o meno ogni trimestre, per un medico o un ricercatore è impossibile rimanere aggiornati.
Ma questi sistemi possono farlo e rendono disponibile il loro know how in tempo reale. Noi crediamo che, come si è verificato in passato con altre innovazioni tecnologiche, sia importante seguire alcuni principi chiave per consentirne un’adozione responsabile da parte di tutti. Finalità: l’obiettivo dell’Intelligenza Artificiale e dei sistemi cognitivi è aumentare le capacità umane. La tecnologia, i prodotti, i servizi e le politiche di utilizzo devono essere sempre progettate in modo tale da arricchire ed estendere le capacità, le competenze e il potenziale umano. I sistemi cognitivi non acquisiranno mai una coscienza né agiranno autonomamente. Faranno sempre più parte della nostra società, ma saranno e dovranno sempre rimanere sotto il controllo umano. Trasparenza: affinché i sistemi cognitivi possano esprimere tutto il loro potenziale, è fondamentale che le persone conoscano il loro funzionamento e abbiano fiducia nelle loro analisi, nelle loro valutazioni e nelle modalità di utilizzo.
Per questo è importante comunicare chiaramente quando e per quale scopo vengono utilizzate le soluzioni cognitive, da quali fonti ed esperienze vengono recuperati i dati, quali metodologie vengono adottate per formulare le analizi e le valutazioni. In questo scenario è fondamentale che chi utilizza questi sistemi rimanga proprietario delle competenze e della proprietà intellettuale. Competenze: i benefici sociali ed economici che provengono dall’uso di queste nuove soluzioni nascono anche da una corretta valutazione delle relative implicazioni sulle attività dell’essere umano. Questo vuol dire nuove competenze, nuove attività, nuovi ruoli e formazione per tutti: studenti, dipendenti e cittadini. L’Intelligenza Artificiale, che noi preferiamo chiamare ‘Intelligenza Aumentata’, ponendo così l’essere umano al centro, introduce nuovi paradigmi che devono essere condivisi, affrontati e discussi insieme da tutti i protagonisti coinvolti: imprese, istituzioni, scuole e università. Solo così si potranno cogliere concretamente tutte le opportunità sociali ed economiche di questa nuova era cognitiva.

* vice presidente Health & Public Sector IBM Italia

https://www.avvenire.it/economia/pagine/etica-intelligenza-artificiale

Lascia il primo commento

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*