Abbiamo proposto a Samir Khalil Samir (1938), gesuita egiziano, professore presso il Pontificio Istituto Orientale di Roma e direttore del Centre de Documentation et de Recherches Arabes Chrétiennes, una riflessione sulla figura di Gesù e della Vergine Maria in questo tentativo di avvicinamento, analizzandone la presenza nel Corano e nella tradizione islamica.
Gesù è un profeta della religione islamica. Questo potrebbe essere un punto di contatto tra le due religioni? “Sì e no. Maria sicuramente più di Gesù. Gesù non è l’ultimo dei profeti, perché il sigillo dei profeti – detto letteralmente nel Corano – è Maometto, che viene dopo per completare e correggere. Il che significa che il cristianesimo è solo una fase”. Secondo le convinzioni musulmane, Gesù è stato l’ultimo profeta inviato da Dio per guidare il popolo d’Israele.
Il Corano nega chiaramente la Trinità. “’Smettete di dire che sono tre, è meglio per voi!’. Sono arrivati a minacciarmi, e io dico: ‘Quando ho detto che sono tre? Cosa dice il nostro credo? Credo in unum Deum (Credo in un solo Dio). Poi chiariamo cosa significa uno: Padre, Figlio e Spirito Santo. E in arabo uguale. Non abbiamo mai affermato, quindi, che ci sono tre divinità, ma una in tre realtà”.
Il secondo aspetto è “la crocifissione” contraddetta nell’islam, perché il Corano (Sura 4,157-158) dice: ‘E dissero (i Giudei): ‘Abbiamo ucciso il Messia Gesù figlio di Maria, il Messaggero di Allah!’ Invece non l’hanno né ucciso, né crocefisso, ma ciò apparve loro’. Tornando ai fatti, voi, dopo sei secoli, conoscete meglio i fatti rispetto agli ebrei, che non hanno mai negato la crocifissione?”, ha chiesto il gesuita egiziano.
“Gli ebrei che erano qui non hanno mai negato la crocifissione”. Riconoscono la crocifissione come “meritata”: Gesù è stato “blasfemo, si è reso simile a Dio”, ecc. Il sacerdote discorda totalmente con la versione sulla crocifissione e la resurrezione di Gesù data dall’islam e dal Corano. “Posso negare un’idea, ma non posso negare un fatto”.
“Un altro fatto è che noi cristiani saremmo degli imbecilli a sbandierare che il nostro capo sia stato crocifisso e umiliato. Esiste un fatto, dobbiamo solo comprenderlo”, ha proseguito padre Samir.
La figura di Maria nel Corano è invece “molto positiva, dato che non esiste un carattere divino. C’è quindi una devozione comune per la Vergine Maria”.
Il professor Samir ha quindi ricordato le apparizioni di el-Zeitoun, distretto alla periferia del Cairo, in Egitto. Cristiani e musulmani visitano il luogo, dove secondo la tradizione la Madonna è apparsa sul tetto di una chiesa copta costruita per commemorare la presenza nella zona di San Giuseppe con la Vergine e Gesù quando fuggivano da Erode.
“Esistono due pellegrinaggi molto importanti il 22 agosto (che corrisponde al 15 agosto, festa dell’Assunzione), a cui partecipano migliaia di musulmani”, ha sottolineato.
Durante il pellegrinaggio in onore di Maria, “i musulmani, vedendo che i cristiani aspettano questa festa per battezzare i bambini, chiedono anch’essi di battezzare i loro piccoli. Il parroco del luogo mi ha detto: ‘Ho dovuto costruire due battisteri, uno cristiano con il santo crisma e l’altro solo con l’acqua per compiacere’” i fedeli musulmani. “È un esempio della devozione alla Vergine Maria che esiste in Egitto”.
“La Vergine Maria è vista in tutto il mondo musulmano come una donna santa, e così è presentata nel Corano”. Si menziona anche come l’unica donna eletta, e “non c’è considerazione simile nei confronti di alcun altro essere sulla terra, neanche Maometto”, ha concluso.
Sono numerose le manifestazioni artistiche che esprimono l’amore per Maria nel cuore di cristiani e musulmani, come questa interpretazione dell’Ave Maria di Caccini mescolata con la chiamata alla preghiera musulmana della cantante Tania Kassis al teatro Olympia di Parigi nel 2012, in occasione della designazione del 25 marzo, solennità dell’Annunciazione, come giornata festiva islamo-cristiana in Libano:
La Vergine Maria, chiave nel dialogo con l’islam (anche più di Gesù)
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