“Andemm al Domm” perché educare è una festa

«Educare è una festa!»: questo il tema della 35ª edizione della «Andemm al Domm», promossa dalla Diocesi di Milano con AgeSc, Age, Fidae, Amism, Cdo Opere educative, Faes e Fisiae, in programma a Milano nella mattinata di sabato 20 maggio. Momento centrale della giornata sarà l’incontro di tutto il mondo della scuola con l’Arcivescovo, cardinale Angelo Scola, in piazza Duomo alle ore 10,30.

Per l’incontro con il Cardinale convergeranno le due marce in programma: quella dei «Grandi» (il ritrovo è fissato alle 9 in corso Sempione fermata M5 e Trenord Domodossola) e quella dei «Piccoli» (ritrovo alle 9.30 in piazza San Fedele – fermata M1 Duomo). La festa in piazza Duomo sarà condotta da «Ciccio Pasticcio» e sarà animata da numerose presenze di studenti «artisti». Per coinvolgere tutti i partecipanti sarà organizzato e filmato un flash-mob, il cui video successivamente «invaderà» la Rete. La conclusione è prevista entro le 12,30. La manifestazione avrà luogo con qualsiasi condizione atmosferica.

“Si tratta di una iniziativa – spiegano mons. Pierantonio Tremolada, vicario episcopale per l’evangelizzazione, e don Gian Battista Rota, responsabile del Servizio per la pastorale scolastica – nata come ‘marcia’ per attirare l’attenzione sul valore della scuola cattolica paritaria. Promossa dalle associazioni dei genitori e sostenuta dalla diocesi, è stata sempre pensata come un momento nel quale far sentire la nostra voce per ribadire il diritto di scelta della famiglia e il diritto delle scuole paritarie di ricevere il giusto riconoscimento, anche economico, da parte dello stato”. A tale finalità, se ne aggiunge da quest’anno una ulteriore: “una caratteristica più marcata di festa: festa della scuola e festa dell’educare attraverso la scuola. Vorremmo sia l’occasione per mostrare a tutti la nostra passione per la scuola, per gioire nel sentirci uniti dalla comune ispirazione cristiana e insieme aperti al dialogo con tutti e per raccontarci e raccontare qualcosa di quello che facciamo. È questo un modo – crediamo – efficace per dimostrare che stiamo offrendo un contributo positivo alla scuola del nostro paese e alla stessa società”.

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