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Il profumo della Pasqua
Qual è il profumo della Pasqua?
La domanda può sembrare strana e peregrina, ma in realtà è quanto mai precisa e opportuna.
La Pasqua ebraica portava con sé profumi e gusti precisi, che si potevano sentire in quei giorni speciali: il profumo del pane azzimo, l’aroma della carne arrostita dell’agnello, il profumo inebriante del buon vino che rosseggia nei quattro calici prescritti dal rito, l’aroma dolce e penetrante del charoset. E così via. Potremmo prendere in esame tutti gli elementi della cena pasquale. Perché “mangiare la Pasqua” era (ed è ancora per gli ebrei) una esperienza da gustare con i sensi. L’odorato e il gusto non li possiamo facilmente dominare: in prima istanza sono essi che ci trascinano o respingono.
“Dove vuoi che prepariamo perché tu possa mangiare la Pasqua?” (Mt 26,17). Anche Gesù ha fatto tante volte questa esperienza, anche in quell’ultima sera. Ma quale è il profumo della Pasqua di Gesù?
La Pasqua di Gesù non profuma solamente di antica Alleanza, di Pasqua ebraica. Il profumo della Pasqua di Gesù è quello dolcissimo dell’aroma di puro nardo preziosissimo, versato dalla donna innominata durante la cena di Betania a casa di Simone il lebbroso. “Mentre era a tavola, giunse una donna che aveva un vaso di alabastro, pieno di profumo di puro nardo, di grande valore. Ella ruppe il vaso di alabastro e versò il profumo sul suo capo” (Mc 14,3). Lasciamo che gli esegeti discutano i particolari e disquisiscano se fosse proprio Maria di Betania: lasciamo inebriare da tanta dolcezza!
La Pasqua di Gesù però puzza anche di piedi, quei piedi degli apostoli che Gesù ha lavato, con tanto loro scandalo.
Ed emana zaffate di sudore, lacrime, sangue. Tanto, troppo sangue, il Sangue che Cristo ha versato per noi durante la
sua dolorosissima Passione. Che odore ha il sangue? Non è facile dirlo: assomiglia terribilmente all’odore del ferro e
dei soldi. E anche oggi troppo ne viene versato.
Ma quale è il profumo della Pasqua di Gesù per noi oggi?
La liturgia del Giovedì Santo mattina, la messa crismale in cui vengono consacrati gli oli santi così prega: “santifica
quest’olio, dono della tua provvidenza, impregnalo della tua forza del tuo Spirito… Questa unzione penetri i tuoi figli e li santifichi perché spandano il profumo di una vita santa”. Questa è la benedizione pronunciata dal Vescovo sul santo crisma, che è proprio olio cui si aggiunge una essenza profumata, deliziosa.
Coloro che si lasciano plasmare dalla Pasqua di Gesù e si lasciano convertire dal suo amore che si espande come un
buon profumo, diventano anch’essi profumati. Anzi, divengono profumanti. Addirittura si trasformano in profumo. “Noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di Cristo per quelli che si salvano e per quelli che si perdono; per gli uni odore di morte per la morte e per gli altri odore di vita per la vita” (2Cor 2,15-16).
Il profumo non può non sentirsi. Così è dell’amore vero, della carità incontenibile del cristiano che ha conosciuto Cristo. Se non si sente, non c’è. Non vi è nulla di più onesto. Anche se cerca di nascondersi, la sua fragranza lo rivela a tutti.
Cristo Risorto appare a Maria Maddalena in un giardino, in cui i fiori spargono la fragranza della vita che rinasce. Lasciamoci incontrare dal Risorto anche noi. L’abate Giuseppe Ricciotti nella prefazione alla sua importante “Vita di Gesù Cristo”, scrisse di aver deciso di accingersi a quell’opera durante la Prima Guerra Mondiale, mentre giaceva ferito in un ospedaletto di montagna. “Essendo tornato il sangue sul mondo, bisogna pure che tornasse il Vangelo”. In questo tempo di una nuova guerra, dobbiamo sentire l’urgenza dell’annuncio, l’unica salvezza che può scaturire solo dalla Pasqua di Gesù.
Facciamo nostra la poetica preghiera di San Giovanni della Croce: “Fermati, Borea morto,/ austro vieni, che susciti gli
amori,/ spira nel mio orto,/ sì che corrano gli odori/ e l’amato si pasca in mezzo ai fiori” (Cantico spirituale, strofa 17).
Auguri di una Santa Pasqua! Diventiamo profumo di Cristo!
Don Luca!
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