“Non dobbiamo avere paura della diversità dei carismi nella Chiesa. Al contrario, dobbiamo rallegrarci di vivere questa diversità.
Già nelle prime comunità cristiane, diversità e unità erano molto presenti e in tensione, per essere risolte in un piano superiore. Ma c’è di più. Per avanzare nel cammino della fede abbiamo bisogno anche del dialogo ecumenico con i nostri fratelli e sorelle di altre confessioni e comunità cristiane.
Non come qualcosa che confonde o crea disagio, ma come un regalo che Dio fa alla comunità cristiana perché cresca come un solo corpo, il corpo di Cristo.
Pensiamo, per esempio, alle Chiese orientali. Hanno alcune tradizioni proprie, alcuni riti liturgici specifici, ma mantengono l’unità della fede. La rafforzano, non la dividono.
Se ci lasciamo guidare dallo Spirito Santo, la ricchezza, la varietà, la diversità non diventano mai motivo di conflitto. Lo Spirito ci ricorda che anzitutto siamo figli amati di Dio. Tutti uguali nell’amore di Dio e tutti diversi.
Preghiamo perché lo Spirito ci aiuti a riconoscere il dono dei diversi carismi dentro le comunità cristiane e a scoprire la ricchezza delle differenti tradizioni rituali in seno alla Chiesa Cattolica”.
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